viernes, 20 de marzo de 2015

TEATRO OLIMPICO - ROMA


La prensa romana dijo:

 El objetivo de Néstor Pastorive , con su espectáculo , 
elegante , medido , un entrelazamiento de la tradición y 
el estilo moderno y contemporáneo , 
lejos de lo folklórico en el sentido estricto , 
es precisamente el de redescubrir la riqueza
 y la vitalidad cultural de su país que es y
 con frecuencia sólo 
reconocido como la tierra del tango.



Il vortice della Fiesta Argentina al Teatro Olimpico

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Tutta l’Argentina si è fatta sentire nei suoi ritmi e, nei suoi sospiri, nei suoi battiti: dallo zapateo sfrenato al malambo, dalla romantica danza campagnola chacarera, zamba, tango della milonga.... E’ quanto ha portato in scena a Roma al teatro Olimpico (dal 19 al 22 marzo) , in apertura della quinta edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma, nato dalla collaborazione fra Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico, Néstor  Pastorive“el Polaco” e la sua compagnia con lo spattacolo  Fiesta Argentina.
Artista poliedrico, ballerino e core ografo di origini italiane, annoverato fra i più grandi innovatori del genere latinoamericano e virtuoso dello zapateo, di cui ha regalato diversi assoli, l’artista ha voluto portare al grande pubblico il sapore della danza tradizionale argentina, al di là e compreso il tango , frutto di Buenos Aires. Ma l’Argentina è grande, ha spazi sconfinati, gran parte della popolazione è ed è stata legata alla terra , agli animali, ai cavalli di cui sono risuonati suoni e passi nel malambo e nello zapateo arrivato in Sud America dalla Spagna intorno al 1600 come  uno dei passatempi preferiti del gaucho nelle sconfinate pampas. L’obiettivo di Néstor Pastorive, con il suo spettacolo, elegante, misurato, un intreccio di tradizione e di stilizzazione moderna e contemporanea, lontano dal folclorico in senso stretto, è proprio quello di far riscoprire la ricchezza e vitalità culturale di questa destinazione che viene spesso e solo riconosciuta come il paese del tango. Che certo non è poco ma c’è anche altro.
Ed ecco che sul palco si alternano il vivace zapateo, con spirito di sfida tra uomini  e virtuosismo dei piedi, dolci momenti di danza in coppia con il fazzoletto, passi di tango e “abrazi” , volteggiare di ponchi …e un gaucho che attraversa il palcoscenico. E poi, ecco la spettacolare scena di eleganza e destrezza dove il corpo di ballo fa roteare e battere contro il suolo le “boleadoras”, armi da caccia con una perfezione e armonia che incantano. E centrale il quadro dove i percussionisti sono i protaginisti , ammiccando passi di danza ricordando  l'intensità della murga  senza i suoi colori. Non in secondo piano la musica dal vivo eseguita da quattro musicisti con una pluralità di strumenti, da quelli  i a fiato dal ritmo già andino, flauto traverso, erke, basso , charango, bandoneón, tastiere, chitarre e percussioni. Da non perdere. e.i.
coreografia e regia
Néstor “el Polaco” Pastorive; direzione musicale
Hernán Pagola, Federico Siciliano; disegno luci Leonardo Saccinto

I danzatori
Néstor “el Polaco” Pastorive con
Johana Aranda, Adrian Bernal, Victoria Cuesta, Matías D’Alessandro, Emilce Marcolongo, Cecilia Méndez, Nicolás Minoliti, Daniel Nocione, Marcos Olivera, Enzo Visetti, Pedro Zamin

L’orchestra
Hernán Pagola flauti argentini,
flauto traverso, erke, basso
Federico Siciliano charango, bandoneón, tastiere
Goyo Alejandro Alvarez chitarra
Cristian Vattimo percussioni


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